Estratti da Risguardi 1: Coop Ambasciatori e Ubik Como

Di seguito due estratti dalle interviste, a cura di Giorgio Gizzi, ad altrettanti librai senza confini: Eros Perin della libreria Coop Ambasciatori di Bologna e Chiara Piscitelli della libreria Ubik di Como.

Fra le librerie italiane più originali è impossibile non annoverare la Coop Ambasciatori. Librerie Coop è una catena singolare, costituitasi nel 2006, quale progetto nato per promuovere la cultura attraverso il libro. Non è un caso che, oggi che le librerie Coop sono ottanta, sul loro sito compaia, nella sezione dei consigli, un elenco chiamato “Libri e Pride” di letture dedicate all’uguaglianza di genere. Il centro di Bologna, dove la libreria è ubicata, in via degli Orefici dal 2008, su tre piani, si presentava in una maniera molto diversa da oggi: le strade non pullulavano di locali e di vita notturna e l’idea di unire in un unico spazio di quasi 1.500 metri quadrati due realtà molto diverse – una libreria che voleva porsi come la prima alternativa alla storica Feltrinelli di Piazza Ravegnana e Eataly, con la sua proposta di ristorazione e di vendita di prodotti enogastronomici – sembrava in anticipo sui tempi.

Eros Perin, che la dirige da sei anni, è stato precedentemente un libraio indipendente, in quel di Conegliano Veneto, ed è tornato a Bologna, dove aveva vissuto e studiato, con la consapevolezza di essere a capo di quella che in Librerie Coop è definita “l’ammiraglia”.
Eataly ha una comunicazione forte, molto riconoscibile, che poteva finire per soverchiare quella della libreria, che tuttavia è riuscita a salvaguardare la propria, di uguale efficacia e rilevanza. «La sinergia fra i due marchi esiste» – mi spiega Eros – «soprattutto quando collaboriamo alla realizzazione di un evento pubblico e le due squadre lavorano insieme, ma in Ambasciatori noi non siamo una libreria corner dentro Eataly, come avviene a Verona o Roma, né loro sono una nostra appendice; comunichiamo semmai entrambi al cliente il vantaggio di averci nello stesso luogo.»

Qual è il cliente tipo che vi frequenta?

La relativa vicinanza con la libreria Feltrinelli sotto le due Torri, in un punto veramente strategico della città, permette ai lettori di farsi un giro in entrambe le librerie: è molto frequente vedere nella nostra libreria persone con in mano la busta della Feltrinelli e immagino succeda lo stesso anche da loro. Per noi vuol dire esser scelti e riconosciuti. Siamo nati intorno a una certa idea di libreria pensata da Renato Montroni, fedele a una forte attenzione al catalogo, e cerchiamo di non discostarcene. Aver superato quel momento in cui venivamo scelti per la maggior parte da turisti – che continuano a esser molto presenti – per noi è stato importantissimo. Lo zoccolo duro dei nostri clienti è composto da lettori dai trentacinque anni in su, un pubblico che definirei maturo che segue ancora le indicazioni degli inserti culturali dei quotidiani italiani per orientarsi.

Chiara Piscitelli è la direttrice della libreria Ubik di Como, una libreria nata in un agosto del 2007, dal nulla.
In una città di 80.000 abitanti, capoluogo di una provincia che ne conta 600.000, c’erano allora alcune librerie indipendenti, un Libraccio e una Mondadori (che nel frattempo ha chiuso) e quell’apertura dimostrò che c’era ancora spazio per una libreria. A dimostrazione di quanto ce ne fosse, la curiosa coincidenza dell’inaugurazione, nel loro stesso giorno, di un punto vendita Feltrinelli, che oggi rappresenta il primo competitor sulla piazza. Nacque come Ubik, direttamente, non sulle ceneri o sulle fondamenta di una precedente libreria indipendente.

Di quella libreria Chiara è stata inizialmente la vicedirettrice e ha sempre cercato di carpire i segreti del mestiere dai suoi direttori, che erano i primi riferimenti dell’imprenditore puro che aveva deciso di aprire una nuova libreria nella città di Alessandro Volta, conosciuta per il lago, ovviamente, ma anche per la Casa del Fascio di Giuseppe Terragni, capolavoro di architettura razionalista, e del Broletto, il municipio medievale che affianca il Duomo.

Ci sono solo donne nella vostra libreria.

Siamo tutte donne, sì. E il nostro è un gruppo ormai consolidato: estremamente affiatato, oserei dire. Contrariamente a quel che raccontano degli ambienti esclusivamente al femminile, noi andiamo molto d’accordo. Non tutte le mie colleghe avevano esperienza di libreria, ma tutte coltivavano la passione per la lettura: è quella il minimo comun denominatore che ci lega. Le meno esperte sono state supportate dalle altre e accompagnate in un percorso naturale di crescita professionale. E anche la nostra clientela è fatta soprattutto da donne, ma non è certo una conseguenza del fatto che nel nostro team non ci sono uomini.

Non avete notato una resistenza dalla vostra clientela maschile a farsi consigliare libri da uno staff di donne?

Diciamo che siamo state brave ad accreditarci. Lo abbiamo fatto con gentilezza, mai prepotentemente. C’è una cosa a cui tengo molto: i frequentatori della libreria debbono ricevere – sempre – un saluto di benvenuto; ho trasmesso questa mia volontà a tutte le altre libraie. Ricevuto il saluto, il cliente è poi libero di girovagare nei nostri spazi, con la massima libertà, anche solo per crearsi i suoi percorsi e farsi un’idea. Nessuno deve sentirsi pressato, ma deve avere la possibilità di rivolgersi a una di noi, qualora lo decidesse, altrimenti lo lasciamo ai nostri suggerimenti indiretti, alla suggestione dell’atmosfera che abbiamo creato in libreria…

Gli articoli completi li trovate all’interno del numero uno di Risguardi.

Dalla rubrica Librerie senza confini:

Libreria del Corso, Trapani
Intervista a Teresa Stefanetti

Interno 95, Bagheria (PA)
Intervista a Liliana Caminiti

Se sei un libraio e vuoi ricevere una copia, scrivici a: risguardi@alipromozione.it