La seconda tappa verso Chissàdove!

articolo di Diletta Colombo della libreria Spazio B**K

“In fondo in ogni visitazione dei luoghi portiamo con noi questo carico di già vissuto e già visto, ma lo sforzo che quotidianamente siamo portati a compiere, è quello di ritrovare uno sguardo che cancella e dimentica l’abitudine: non tanto per rivedere con occhi diversi, quanto per la necessità di orientarsi di nuovo nello spazio e nel tempo”.

Luigi Ghirri, Paesaggio italiano, 1989

11 editori, 2 promotori, 22 librai: seconda tappa verso Chissàdove!

Darsi il tempo per ascoltare, mettere in comune, sedimentare, raccogliere, travasare: così è nato dopo tre mesi l’incontro di Padova, portando nello zaino gli elementi essenziali del primo appuntamento che hanno fatto fiorire in mezzo al cerchio dei partecipanti una mappa a cerchi concentrici da cui ripartire.

Per tutta la giornata camminiamo sulla mappa, cerchiamo di leggere il paesaggio in cui ci muoviamo, cogliere segnali per orientarci e reinterpretarlo.
La mattina ci avviciniamo al centro giocando a esplorare collettivamente le potenzialità del linguaggio e a liberare il pensiero con tutti i sensi: insieme costruiamo una costellazione di nuove parole, espressioni e frasi che ridanno forma al nostro raccontare.

Il pomeriggio entriamo nel cuore della mappa per immergerci, divisi in gruppi, nella quotidianità del lavoro di librai, editori e promotori e far emergere nuovi sguardi sul libro che intrecciano in modo profondo prospettive differenti verso nuove direzioni.

É grande l’impegno che viviamo, un continuo sforzo di ricerca e ascolto dentro e fuori, coi piedi per terra e gli occhi al cielo, tra esercizi di estrema concretezza e astrazione, al cuore delle cose, tutti insieme.
Una meta nuova, nuovi modi di incontrarsi e nuovi strumenti di lavoro stanno nascendo, tappa per tappa, dalla partecipazione a processi di scambio in cui ricostruiamo un linguaggio comune per la vitalità di un sistema editoriale che cresce e cambia tenendo unite tutte le sue parti “con gesto leggero” e “l’atto dell’immaginazione”.

«Poi ti ritrovi su un sentiero che diventa sempre più luminoso. (..) Munthe porta il cielo dentro casa, ti fa voltare in direzione di un orizzonte, suggerisce che “vero” e “falso” non colgano nel segno. Aveva capito (grazie soprattutto alla sua vista difettosa) che in un luogo così splendido, colorato e luminoso, l’enigma più che mai implica l’oscurità. Non voleva la “musealità” voleva il gesto leggero e birichino, il vitale cambiamento di forma, l’atto dell’immaginazione».

Ali Smith, Le ali di Capri. Villa San Michele, in Pezzi da museo, Sellerio 2019