Estratti da Risguardi 1: Libreria del Corso e Interno 95

Di seguito due estratti dalle interviste, a cura di Livia Del Pino, a due “libraie senza confini”: Teresa Stefanetti della Libreria del Corso di Trapani e Liliana Caminiti della libreria Interno 95 di Bagheria.

La storia della Libreria del Corso di Trapani comincia all’inizio degli anni Novanta dall’idea del proprietario di una libreria di scolastica che decide di buttarsi nella varia. Una posizione bellissima, centrale. Quando si rende conto che era diventato necessario informatizzare il negozio, recluta una giovane maturanda, alunna della moglie, per inventariare tutti i volumi. Fra gli scaffali spunta un’entusiasta Teresa Stefanetti.

«Il primo giorno di lavoro è stato un disastro, perché sono arrivata e ho capito che non sapevo niente. C’era un mondo a me sconosciuto».

L’indomani però, la meraviglia: l’occasione di scoprire e di studiare i cataloghi di Adelphi, di Sellerio, di Raffaello Cortina e tutti gli altri. Con il tempo impara anche a giostrarsi nelle dinamiche della filiera: il conto assoluto, il deposito, le 6/7, i fornitori. Un paio di anni di esperienza e di formazione sul campo, una serie di vicissitudini, e a ventidue anni la proposta: «Vuoi rilevare l’attività?». Teresa fa il salto con il cugino Filippo, suo socio, che da sempre si occupa della contabilità. È il 1997. Oggi, con oltre trent’anni di esperienza in libreria, ha alle spalle un premio del Club UNESCO di Trapani, per aver offerto alla città un luogo importante di aggregazione culturale, ed è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica. Un riconoscimento di rilievo, del quale non si vanta affatto, ma che ha per lei un valore affettivo importante: anche nonno Mario era stato fregiato dello stesso titolo e ne era orgoglioso. La Libreria del Corso di Trapani è un’istituzione non solo per la città, è riconosciuta a livello nazionale. E ormai iconica è la sua immagine.

Raccontaci la storia della tua saracinesca. È inconfondibile.

Il portale liberty della libreria è di una bellezza alla quale è difficile abituarsi. Ma quando la serranda era abbassata, un grigio asfalto faceva stonare tutto. Avrei potuto toglierla, ma mi preoccupava lasciare la cassa esposta sempre. Una sera ero nel locale di un amico, un pub dove vado sempre, e mi sono resa conto che davanti a me c’era un nuovo graffito che raffigurava una deliziosa libreria. Chiesi informazioni e arrivai a Tito, un ragazzo che veniva a trovarmi sin da bambino, e Francesca. Due giovani artisti che si dilettavano con la street art. Sapevo cosa volevo per decorare la mia saracinesca: una ragazza ferma lì, appoggiata in attesa dell’apertura della libreria, con una pila di libri a disposizione accanto e uno aperto fra le mani. Adesso le persone si fermano per fare foto con lei in varie pose: chi la copre con un ombrello quando piove, chi finge di esserle seduto accanto, chi le manda un bacio, i bambini che le saltano attorno. È diventata anche protagonista della mia comunicazione social, a volte la uso anche per fare un po’ di satira. Per esempio, quando c’è stata l’alluvione, il sindaco si è presentato in una tv locale indossando stivali di gomma. Quindi io che ho fatto? L’ho messo seduto sulla pila di libri della ragazza con gli stivali.

E qual è la storia del logo?
Il logo me lo ha ispirato Marcos y Marcos. Cercavo un logo da anni, poi a un certo punto mi è arrivato un libro Marcos con una lettera e ho visto l’intestazione, una rappresentazione stilizzata della sede in via Piranesi a Milano. Mi ha colpita e ispirata.

Come si lavora con il territorio a Trapani?
Lavorare con le persone del posto diventa ogni giorno più difficile: ci sono sempre meno giovani. Restano fino ai diciotto anni, poi vanno via tutti, raramente qualcuno torna. La mia clientela fissa è molto adulta; ci sono persone che hanno frequentato la libreria per decenni, con le quali ho costruito un rapporto, e che purtroppo a volte vengono a mancare. I lettori forti poi scarseggiano. Un’iniziativa come Bookrave non funzionerebbe qui. Le persone che potrebbero essere interessate a questi argomenti sono andate via da Trapani. Non abbiamo nemmeno più un circolo ARCI; una volta ce n’era uno, Il caffè sotto il mare, a pochi passi dalla libreria. Ecco, lì avrei potuto proporre un gruppo di lettura Bookrave. Ora sarebbe difficilissimo. Per fortuna però a volte riesco a organizzare delle attività creative e coinvolgenti con le scuole, ed è molto gratificante. Inoltre, dal 2005 Trapani, con la riqualificazione della città in seguito alla America’s Cup, è diventata molto turistica. La stagione va da Pasqua a novembre.

Quindici anni di libri: come nasce la storia di Interno95?
Nasce dalla lunga esperienza maturata nel dirigere una cartolibreria in centro città che per venti anni ha offerto il meglio che il mercato proponeva per quel settore: materiali per l’ufficio, per la scuola, per le belle arti, articoli tecnici per architetti e ingegneri e, naturalmente, libri scolastici e di lettura.
Bagheria una libreria vera, degna di non sfigurare nei confronti di quelle cittadine, non l’ha mai avuta. Nei primi anni ‘70 nacque per iniziativa di un’amica la Cartolibreria Palagonia, materiale scolastico e libreria molto frequentata dai giovani di quegli anni. Rappresentò il terminale locale per una certa editoria impegnata politicamente: Editori Riuniti, Savelli, ecc. Nel 1974 la Cartolibreria Palagonia si spostò a metà di Corso Umberto e diventa Paper House: pur non essendo una vera libreria ma un’attività polivalente come sopra descritta e molto ben funzionale al terziario locale, continua a tenere uno scaffale librario di tutto rispetto.
All’inizio degli anni ’90 la Paper House si trasferisce in periferia ma, penalizzata da una location appartata, progressivamente identifica la propria mission commerciale con la sola vendita di libri scolastici fino alla decisione di chiudere con i libri a favore di altre attività sicuramente più redditizie.
Si fa strada così l’idea di aprire una libreria vera con uno scaffale di tutto rispetto, dove i libri saranno l’arredo principale, pensata e realizzata anche per fungere da polo culturale.

Spesso si parte da un punto e nel corso del tempo il progetto si trasforma; è successo anche a Interno95? Come?
Più che una trasformazione, quella di Interno 95 è stata un’evoluzione lineare verso l’idea originaria: fare di una libreria uno dei luoghi della socialità della città. Farne una piazza ben arredata, un piccolo ma ben definito sistema solare, con un cuore centripeto fatto non solo dalla proposta commerciale dei libri, ma anche dalle discussioni e dagli incontri che dai libri originano.

In che tessuto sociale si è inserita la libreria alla nascita?
La presenza di una libreria in città – una vera libreria – può contribuire a cambiare, in minima parte, la chimica delle relazioni umane. Un luogo fisico in cui i libri si possano tenere in mano, osservare, annusare, soppesare… e alla fine anche riporre, non acquistare, non potrà mai avere un corrispettivo virtuale. Un luogo in cui i libri vengono offerti attraverso la mediazione di altri lettori, perché anche questo sono i librai, diventa inevitabilmente un posto in cui nascono relazioni, si accendono curiosità, si sviluppa un tipo di prossimità che soltanto la condivisione della lettura – come piacere esistenziale profondo – consente; per tutto questo, e non solo, Bagheria ha accolto bene la presenza di Interno95.

Gli articoli completi li trovate all’interno del numero uno di Risguardi.

Dalla rubrica Librerie senza confini:

Coop Ambasciatori di Bologna
Intervista a Eros Perin

Ubik Como
Intervista a Chiara Piscitelli

Leggi qui l’estratto dalle due interviste

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