Estratti da Risguardi: Fenomeni – Accento edizioni

Intervista a Giorgio Santangelo, libraio di La Confraternita dell’uva, Bologna

Dove pensi che si collochi Accento nel panorama editoriale italiano?

Negli ultimi dieci anni il mondo editoriale italiano ha visto fiorire una quantità mai vista prima di case editrici indipendenti e, con esse, un anche nuovo modo di fare libreria. La Confraternita dell’uva è nata durante questo periodo – a dicembre 2016 – e con lei anche le librerie di tanti e tante altre colleghe. Quando ci incontriamo alle fiere o ad altri appuntamenti legati al mondo dell’editoria, ci riconosciamo timidamente con frasi del tipo: “Ah, sì, ti conosco, ho visto che anche tu vendi i libri di Casasirio e Black Coffee!”, come membri di una piccola tribù con intenti comuni diffusa su tutto il territorio nazionale. È in questo mondo fatto di passione, ricerca costante e senso di appartenenza, di librerie nelle quali gli scaffali sono divisi per casa editrice, che trova il suo posto Accento Edizioni, nuovo nato di questa strana famiglia disfunzio-editoriale.

Come ti sembra la risposta del mercato e di lettori e lettrici al progetto?

Col passare del tempo, probabilmente capiterà di vedere questi libri di piccolo formato un po’ ovunque: il lancio che ha avuto questo progetto editoriale ha del portentoso. Vuoi per la fama di un personaggio come Alessandro Cattelan alle spalle, vuoi per quella più “underground ma non troppo” di Matteo B. Bianchi – un guru dell’ambiente grazie al suo seguitissimo podcast Copertina. Se all’inizio entravano persone in libreria chiedendomi: “Ce l’avete l’ultimo libro di cui ha parlato B. Bianchi nel podcast?”, ora le stesse chiedono i libri di Accento sulla fiducia.

Da dove pensi che nasca l’idea di Accento?

Il loro proposito è quello di “riportare in libreria volumi significativi che da tempo sono scomparsi dagli scaffali e cercare testi che raccontino in maniera inedita e sorprendente un’epoca e il nostro reale”. E sono di tempi non sospetti la passione e il lavoro sugli esordienti di Matteo B. Bianchi. Non è un caso, quindi, che questo progetto editoriale vada prepotentemente in quella direzione, dopo l’esperienza decennale di ‘tina, sua rivista indipendente, sulla quale hanno esordito tante penne, alcune delle quali diventate poi figure importanti del panorama letterario italiano contemporaneo.

È chiaro, espresso a gran voce, il proposito di Accento di portare alla luce voci nuove: una collana dedicata interamente agli esordienti del resto è considerata da molti editori un azzardo e di certo ha pochi riscontri. Dai primi titoli pubblicati sembra effettivamente esistano scrittori che possono esser definiti ‘giovani’ a ragione. Tu da libraio sentivi la mancanza di una collana di autori che hanno meno di trent’anni?

Non è in effetti una scelta editoriale molto comune. Durante una presentazione Mirko Sabatino, autore Nottetempo che aveva esordito con L’estate muore giovane, commentava con un “Ma non è normale!” i numerosi articoli sui giornali in cui ci si complimentava con lui perché era un giovane scrittore esordiente. Del 1978. Inizia a esserci un’inversione di tendenza, ma siamo ancora in un momento in cui la definizione di “giovane scrittore” è molto ampia. Un volume come Quasi di nascosto è abbastanza raro. Secondo me non c’è fiducia da parte di un certo mondo editoriale verso questo tipo di proposta. Gli scrittori fra i venti e i trent’anni non trovano lo spazio per raccontare il loro presente e le loro storie, e vengono indirizzati ad un altro tipo di letteratura, di maggior consumo. Forse perché non vengono ritenuti capaci di raccontare qualcosa di reale, quando invece possono farlo e, a confermarlo, sono tanti gli scritti interessanti finora pubblicati.

Trovate l’intervista completa all’interno di Risguardi.

Dalla rubrica Fenomeni:
Mondo Manga
Intervista a Cristian Posocco,
publishing manager di Star Comics
A cura di Livia Del Pino

Come gestire il fenomeno Manga in libreria?
Intervista a Gian Marco Cortesi
di Panini Comics
A cura della redazione

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